Maurizio ha preso contatto con la nostra conferenza, inviato da un Centro di Ascolto, nell’estate del 2015. Abbiamo trovato lui e la sua compagna in una situazione di  grave prostrazione psicologica e di abbattimento morale. La depressione che si era impadronita dei due era palpabile.

Avevano perso entrambi il lavoro ormai da più di due anni, non percepivano sussidi a causa di una situazione dell’ISEE del nucleo familiare che vedeva ancora presente il reddito di un figlio della compagna, ormai fuori provincia, e che di fatto non li aiutava in alcun modo. In pratica non disponevano di nessuna entrata economica ed erano costretti, per mangiare, a frequentare la mensa Caritas e avevano bisogno di qualsiasi cosa e non riuscendo a pagare le bollette rischiavano di perdere l’allaccio elettrico.

Pur cercando di dominarsi con tutte le forze, Maurizio non riusciva, a volte, a parlare perché gli veniva da piangere. Aveva cercato qualsiasi tipo di lavoro ma a 53 anni, in una regione povera di industrie e di opportunità, era davvero difficile rimediare qualcosa.

Qualche volta, davanti a tanta sofferenza morale, è difficile trovare le parole. Abbiamo cercato di incoraggiare, di confortare, di stimolare una qualsiasi reazione. Abbiamo cominciato ad aiutarli con i viveri affinchè potessero mangiare a casa loro, abbiamo pagato qualche bombola di gas e qualche bolletta. Abbiamo poi concesso, in via straordinaria, un modesto contributo fisso.

Abbiamo ascoltato e sostenuto, spesso anche con lunghe telefonate, una situazione che sembrava intollerabile.

L’abbiamo accompagnato nel suo iter per sanare la situazione ISEE e ottenere un modesto contributo dai servizi sociali.

Infine l’abbiamo incoraggiato ad accettare un lavoro di pulizia davvero molto sottopagato.

E questo si è rivelato un punto di svolta. Maurizio ha svolto il suo lavoro pesante e malpagato, inizialmente con una sorta di rassegnazione (ma con molto impegno), e in seguito con crescente fiducia.

E’ stato conosciuto nell’ambiente per la sua laboriosità, ha conquistato la simpatia e l’approvazione di molti. Sono cresciute le occasioni di lavori estemporanei, lui stesso si è dato sempre più da fare per cogliere occasioni di svolgere i più disparati mestieri, da imbianchino a montatore di mobili, aiuto in traslochi e diverse altre attività.

Nel frattempo si offriva, con un cartello presso l’abitazione, per lavoretti di sartoria nei quali è capace.

Via via che lavorava e si faceva apprezzare, ritrovava la sua dignità e sentiva di dare  un senso alla sua vita. Cambiava tutto, il suo atteggiamento, persino la sua postura fisica, sorrideva, si sentiva forte e affermava di aver capito di poter fare qualsiasi cosa e di volerla fare bene.

Si è sempre mostrato molto grato per il nostro aiuto, ci chiamava i suoi  angeli custodi. Noi dal nostro canto, nei giorni più bui, ci sentivamo spesso impotenti e frustrati perché la situazione sembrava senza uscita.

Ma è lui che ha fatto tutto, soprattutto quando ha accettato di fare un lavoro così malpagato e ha deciso di farlo al meglio.

Ora è un altro uomo, ne siamo molto felici; in questo tempo abbiamo sospeso l’aiuto straordinario.

Recentemente è stato felice di fare il “volontario per un giorno” e in due occasioni è venuto a darci una mano nella suddivisione dei viveri del Banco Alimentare, giacchè eravamo in difficoltà.

La nostra speranza è quella di coinvolgerlo ancora nella nostra attività e chissà….