È consuetudine, ogni anno, in occasione delle attività legate ai festeggiamenti in onore di San Giuseppe, che i vincenziani dell’omonima Conferenza, organizzino un’asta di beneficenza o in alternativa una sagra, in modo da stimolare, parrocchiani e non, a compiere gesti caritatevoli, ad una maggiore generosità e dare l’opportunità, partecipando, di aiutare famiglie bisognose.

Ogni anno l’iniziativa ha un tema differente.

Si è iniziato con la vendita all’asta di oggetti di antiquariato: strumenti musicali; oggetti casalinghi come posate in argento, servizi di caffè, piatti, vasi, ciotole, lampade, quadri; oggetti personali come collane, anelli, bracciali, orecchini e spille, tutti oggetti donati da persone contattate precedentemente ed invitate a donare. Tanti sono riusciti a privarsi di oggetti a cui erano legati, perché oggetti che richiamavano il ricordo di parenti presenti o scomparsi: bisnonni, nonni, genitori, zii, altri si sono privati di oggetti con un vero e proprio valore economico, e anche non indifferente.

Ogni famiglia che ha partecipato alla buona riuscita dell’asta, lo ha fatto con generosità e fermezza, per aiutare i vincenziani ad “aiutare”.

La raccolta, quell’anno, era finalizzata alla ristrutturazione di due case fatiscenti ed alla riparazione del tetto di un’altra abitazione.

È stata una vera e propria soddisfazione, per i confratelli, il vedere quelle tre famiglie felici, perché avevano realizzato il loro sogno: quello di preservare i loro bambini dal freddo e dal pericolo.

L’anno successivo, sempre legata ai festeggiamenti di San Giuseppe, si è pensato di rifare l’asta, forti del successo dell’anno precedente, però con un tema diverso: l’artigianato; questo tema è stato scelto sia per valorizzare la figura di San Giuseppe – artigiano, sia per dare spazio e far conoscere l’artigianato locale.

Gli artigiani, molto volentieri, hanno aderito all’iniziativa offrendo le loro opere consci della buona finalità dell’iniziativa, infatti l’obiettivo era quello di sistemare un impianto idrico e di fare interventi di ristrutturazione in altre due abitazioni. Questi lavori sono stati sicuramente attuati, perché supervisionati dal presidente della conferenza stessa, il quale ha, anche, messo a disposizione le sue competenze di Ingegnere.

L’anno successivo, dall’artigianato si è passati all’asta denominata: “Arte e Gusto” realizzata sfruttando ed enfatizzando le tante prelibatezze ed i vari sapori di Sicilia.

Si è pensato di riunire “sapori su sapori “, squisitezze varie e ricette antiche da ogni parte della Sicilia, e soprattutto dalle città e dalle province, nelle quali risiedono parenti ed amici dei vincenziani della

conferenza, in modo da proporre alle persone invitate a partecipare all’asta, una ragione alla quale non sarebbero riusciti a sottrarsi, perché come al cuor non si comanda, non lo si fa neanche alla pancia.

Tutti i prodotti offerti tra i quali i salumi dei Nebrodi, la cassata di Palermo, il cioccolato di Modica, le conserve di Chiaramonte, i formaggi del ragusano, il pane di Santa Croce, sono stati presi di soprassalto e sono andati a ruba, e così anche questa vendita all’asta è stata un successo che ha poi permesso l’acquisto di computer da donare a ragazzi meritevoli e le cui famiglie non potevano permetterselo.

La gioia e la felicità sono emozioni contagiose ed il vedere le lacrime negli occhi di quei ragazzi, ha trasmesso quegli stessi sentimenti alle persone che si erano adoperate nel far sì che ciò accadesse.

Il tutto non si ferma e quest’anno si è organizzata una ricca sagra di rustici della provincia iblea e non finisce qua perché per il prossimo anno vi è in previsione di attuare un incontro tra diverse etnie, attraverso l’assaggio di sapori nostrani ed arricchiti con piatti tipici provenienti da terre lontane, preparati dagli immigrati nostri assistiti, presso la cucina del centro pastorale della parrocchia.

Lo scopo è uno: educarci alla collaborazione e valorizzazione degli extracomunitari, anche per mezzo della cucina.

I frutti si sperano possano arrivare tanti ed anche buoni; si può solo dire che le signore straniere invitate a partecipare, felicissime, hanno già dato la loro disponibilità nel preparare i piatti tipici dei loro paesi e, sicuramente, ci faranno un grande dono, quello di aiutarci a fare discernimento dentro noi stessi, in modo da poter comprendere il mistero della povertà, della condivisione e dell’uguaglianza.