Nomen omen, è proprio questo il caso. Angelo, era piccolo di statura e da lì ecco il motivo del diminutivo. Ma era anche un buono proprio come indicava il suo nome di battesimo. Aveva anche un simpatico soprannome: “Occhibelli”. Così lo chiamavano gli amici e i conoscenti e non per lo sguardo tenebroso stile attore di Hollywood, ma perché perse tragicamente un occhio per difendere un amico in un’aggressione in un locale. Era un buono Angelo. Una volta difese persino noi volontari da un soggetto violento e completamente fuori di sè che ci minacciò mostrandoci ripetutamente un coltellaccio. Tutto questo sul sagrato di una chiesa mentre avveniva la distribuzione di alcuni pacchi viveri. Perché la vita dei volontari non è tutta rose e fiori. Ma grazie a Dio ci sono anche persone come Angioletto, il quale non si tirò certamente indietro per difendere i suoi veri amici, quelli che lo accoglievano sempre con un sorriso e un pasto caldo. Ve l’ho detto, Angelo era un buono. Una volta, a casa sua, mi mostrò con orgoglio le foto ricordo di quando “era ricco” e lavorava come muratore nel Nord Sardegna. Mi disse proprio così mostrandomi quei cimeli di un passato dignitoso. Poi la perdita della vista, la depressione, l’abuso di alcol e infine il buio…in tutti i sensi. Ma anche l’aiuto della Conferenza Vincenziana di Santo Stefano e l’appoggio della Mensa del Viandante dove Angelo consumava un pasto come in famiglia. Angelo ora non è più fisicamente tra noi, ma il suo ricordo è indelebile nelle nostre menti e soprattutto nei nostri cuori. Perché Angelo era un buono, senza un occhio e a volte non sempre lucido, ma pur sempre un buono.