Signor Antonio ha gli occhi grandi, espressivi, con una luce dentro che unita al suo sorriso solare ti fanno subito capire che è una persona speciale. Ha tante rughe sig. Antonio. Sono il segno di tante difficoltà affrontate durante la sua vita, sempre a testa alta, senza arrendersi mai. Che esempio, ne ha passato di tutti i colori. Ha conosciuto la povertà, quella vera, ma nessuno gli ha mai tolto la sua grande dignità. Oltre le rughe ha dei tratti particolari che mi fanno pensare a un vecchio imperatore maya e ogni volta questo pensiero mi fa sorridere! Sarà perché oltre l’aspetto fisico ha dei modi gentili e nobili, degni di una grande persona. E sig. Antonio certamente lo è. Lo conobbi alla Mensa del Viandante più di dieci anni fa quando facevo il volontario e mi colpì subito per i suoi modi gentili e sicuri, direi anche “efficaci”. Infatti ci aiutava sempre a risistemare la sala dopo il pasto. Quanto tutti i commensali se ne andavano, lui invece rimaneva ad aiutarci…era il suo modo bellissimo per ringraziarci. Superava quella barriera invisibile che a volte esiste tra commensale e volontario come nessuno poteva mai fare. Con semplicità, naturalezza e amore. E aveva ragione ad aiutarci perché il suo aiuto era prezioso, spesso risolveva diversi problemi con la sua praticità, ma lo faceva sempre in spirito di carità e senza mai farcelo pesare. Come davvero può fare un signore. Ecco perché di solito anteponiamo il titolo al suo nome, non solo per una mera ragione anagrafica. Ora mi capita spesso di incontrarlo con la sua bicicletta da combattimento ed è bello fermarsi con lui a chiacchierare perché parlare con lui ti arricchisce sempre. Proprio come accadeva in mensa.